Pubblicato il 9 Gennaio 2019
PERMESSI PER LA COSTRUZIONE DI UNA PISCINA INTERRATA
Chi è interessato a costruire la sua prima piscina è spesso assalito dai dubbi,: occorrono autorizzazioni per costruire una piscina interrata? Quali permessi servono per costruire una piscina? Quali sono i documenti necessari per realizzare una piscina?
Cominciamo con chiarezza:, sì, per costruire una piscina occorrono autorizzazioni e un titolo edilizio. Infatti,in Italia,le piscine,, non rientrano nel campo dell’edilizia libera. La normativa italiana per la realizzazione di piscine interrate viene spesso confusa o male interpretata, al punto che tra comuni limitrofi possono esistere vere e proprie differenze di richieste e interpretazioni. Ma una cosa è certa: occorre richiedere una autorizzazione.
Bisogna sapere che costruire una piscina senza permesso potrebbe aprire una disputa che vedrà coinvolti tutti i soggetti: proprietario, costruttore e progettista, che ne risponderanno penalmente in quanto possibile caso di abuso edilizio.
L’argomento è molto complesso dal momento la realizzazione di piscine ad uso privato è regolamentata da accordi stato-regione recepiti in modo differente e con tempistiche diverse da ogni governo regionale. A volte, anche all’interno della stessa regione, le province forniscono motivazioni di diniego completamente diverse e non sempre ben fondate.
QUALI PERMESSI SERVONO PER COSTRUIRE UNA PISCINA?
In base ad alcuni condizioni, il titolo edilizio necessario può variare. I titoli edilizi più comuni sono: DIA e permesso di costruire ( ex. concessione edilizia ) anche se ne esiste un terzo, in disuso, come vedremo. Nonostante alcune recenti sentenze del consiglio di stato possano essere interpretate in senso più restrittivo ovvero come la possibilità di considerare una DIA sufficiente nella costruzione di una piscina, appare veramente arduo, se non impossibile, configurare la realizzazione di una piscina come un’attrezzatura per lo svago e il tempo libero, alla stessa stregua di un dondolo o di uno scivolo installati nei giardini o nei luoghi di svago. La piscina è una struttura di tipo edilizio che, a causa dei lavori necessari alla sua costruzione, incide con opere invasive sul sito in cui viene realizzata. Per realizzarla, infatti occorre munirsi di relativo titolo ad aedificandum, per il quale sia di palmare evidenza la diversità di tale struttura con le attrezzature per lo svago. Nonostante ciò,, possiamo distinguere la necessità di munirsi di un titolo edilizio piuttosto di un altro secondo le indicazioni che seguono,tenendo sempre presente che informarsi sulle norme e i vincoli del proprio comune è sempre una buona norma per prevenire problemi ulteriori.
QUANDO è necessario richiedere IL PERMESSO DI COSTRUIRE?
Il permesso di costruire ( ex concessione edilizia, artt. 10-21 del Testo Unico Edilizia, fonte ) è un atto formale che consente di eseguire opere edilizie o altri interventi all’interno di:
- interventi di nuova costruzione;
- interventi di ristrutturazione urbanistica;
- interventi di ristrutturazione urbanistica che comportino aumento di unità immobiliari, modifiche di volume, sagoma, dei prospetti o delle superfici o che comportino cambiamenti di destinazione d’uso.
Viene rilasciato in conformità alle previsioni degli strumenti urbanistici, dei regolamenti edilizi e della disciplina urbanistico-edilizia vigente. Nel permesso di costruire devono essere indicate le date di inizio e fine lavori. La data di inizio non può essere superiore ad un anno dal rilascio del titolo mentre la data di fine lavori non può superare la durata di 3 anni a partire dall’inizio dei lavori. C’è da notare che raramente sono concesse proroghe. La realizzazione della parte dell’intervento non ultimata nel termine stabilito è subordinata al rilascio di un nuovo permesso solo per quelle opere ancora da eseguire. La domanda per il rilascio del permesso di costruire va presentata allo sportello unico corredata da:
● titolo di legittimazione;
● elaborati progettuali richiesti dal regolamento edilizio e da altri documenti qualora ve ne fosse richiesta;
● autocertificazione circa la conformità del progetto alle norme igienico sanitarie;
A differenza della DIA, per il permesso di costruire vige la regola del silenzio – diniego da parte della pubblica amministrazione, per cui, passati i termini di attesa (60 giorni oppure 120 per i comuni oltre i 100.000 abitanti), una non risposta è da intendersi come risposta negativa. In generale, rifacendosi al Testo Unico Edilizia, che costituisce il solco entro il quale tutte le normative locali devono rimanere, il permesso di costruire è richiesto per tutti gli interventi di nuova costruzione, che comportano una trasformazione edilizia e urbanistica del territorio. In relazione alla piscina, il permesso di costruire è sempre necessario quando questa non sia considerabile come pertinenziale rispetto all’edificio perimetrale. Il rapporto di pertinenzialità è definito come quel rapporto per cui un immobile è volontariamente e permanentemente progettato per essere di utilizzo esclusivo di un altro immobile (es. la piscina è pertinenziale all’abitazione). La pertinenzialità può venire meno quando: 1. le norme tecniche degli strumenti urbanistici, in relazione alla zonizzazione e al pregio ambientale e paesaggistico delle aree, li qualifichino come interventi di nuova costruzione. 2. la piscina, avendo un volume superiore al 20% di quello dell’edificio principale non è più considerabile come un semplice intervento pertinenziale.
Se la realizzazione della piscina è soggetta a permesso di costruire è possibile pensare che sia soggetta anche agli oneri urbanizzazione, che, variando da comune a comune possono incidere parecchio sui costi burocratici (art. 20 legge 380/2001).
QUANDO SERVE L’AUTORIZZAZIONE EDILIZIA?
L’Autorizzazione Edilizia è uno dei tre titoli idonei per la costruzione di una piscina interrata, in realtà non viene considerata nel Testo Unico Edilizia, era uno dei titoli abilitativi esistenti, introdotta con la Legge n° 94/1982. Può essere considerata in disuso, in quanto le sue casistiche (costruzioni di pertinenza) ricadono nella DIA.
È bene citarla ugualmente in quanto potrebbe venir richiesta da qualche comune i cui uffici non sono aggiornati, nel qual caso si potrà comunque utilizzare come titolo secondo le istruzioni fornite dal comune stesso.
QUANDO È SUFFICIENTE LA DIA?
La denuncia di inizio attività DIA va presentata se la realizzazione della piscina può configurarsi come intervento pertinenziale, a condizione che il volume da realizzare non sia superiore al 20% del volume dell’edificio principale e alla ulteriore condizione che le norme tecniche degli strumenti urbanistici non considerino gli interventi pertinenziali comunque “interventi di nuova costruzione”, tenuto conto della zonizzazione e del loro impatto ambientale e paesaggistico.
La presentazione di una DIA è il caso più semplice e più comune per la costruzione di nuove piscine interrate.n base al testo unico dell’Edilizia 2001, è necessario quindi presentare, da un professionista di competenza (architetto, geometra, ingegnere ecc ecc) al comune una D.I.A.( letteralmente: denuncia di inizio attività). Una volta presentata, il comune di appartenenza avrà 30 giorni di tempo per opporsi. Se ciò non avviene, scaduti i trenta giorni, si può procedere alla costruzione della piscina interrata. Il costo della DIA, oltre a quello della presentazione del progetto da parte di una figura abilitata, corrisponde soltanto agli oneri di segreteria, ovvero poche decine di Euro.
Consigliamo sempre informarsi presso l’ufficio tecnico del Comune d’interesse per verificare eventuali vincoli di tipo paesaggistico o norme restrittive del piano regolatore, riguardanti, ad esempio forma, colore, dimensioni o caratteristiche progettuali della piscina. Spesso questi vincoli sono dettati dalla direzione generale belle arti e paesaggio del ministero dei beni culturali, in base alla Legge Galasso e le sue successive modificazioni.
CONCLUSIONE
Ricapitolando, possiamo dire che è bene sempre informarsi presso il Comune d’interesse per verificare requisiti specifici e che, generalmente, i permessi necessari per costruire una piscina, sono:
● il permesso di costruire, necessario quando la piscina non è considerabile di pertinenza dell’edificio principale (ovvero non è al servizio esclusivo di quello) e se supera il 20% del volume dello stesso o se sono presenti particolari vincoli paesaggistici.
● la DIA è sufficiente in tutti gli altri casi per piscine residenziali di medie dimensioni e questa autorizzazione, soggiace alla norma del silenzio-assenso dopo 30 giorni.